venerdì 3 dicembre 2010

lemodedelmomento



se sento un'altra persona che mi dice che il ginko biloba di via delle moline è la cosa più poetica di Bologna lo/la sgozzo.
A breve farò un post sul colore nero, comunque.

domenica 7 novembre 2010

gianduia

La domenica pomeriggio è così noiosa...



tra l'altro mi sa che l'ho già fatto un post del genere.

domenica 31 ottobre 2010

//SONO IMPURA//ho mangiato carne & bevuto alcool//

E poi ci tenevo veramente moltissimo a precisare che io di tutti questi fatti fondamentalmente me ne vergogno.
Mi vergogno che vengano letti e maggiormente di come sono scritti e (talvolta) illustrati.
Ho avuto una conversazione interessante con un maestro del figurativo in sequenza (e non lo nomino perchè non lo voglio sputtanare, ma è veramente una pietra miliare del settore), che mi ha confessato di non amare particolarmente chi scrive i cazzi propri on lain. Effettivamente la penso come lui.
Cancellerei tutto e ricomincerei daccapo.

lunedì 27 settembre 2010

Shameless

Allora. No, aspetta.

Dunque, vi linko QUI un'intervista che mi è stata fatta a giugno nella trasmissione radiofonica Il Garage Ermetico da Andrea (Antonazzo) e Laura (Pasotti).
Premetto che ho una voce di cazzo e nonostante loro due siano veramente bravissimi credo di non aver risposto neanche una volta adeguatamente a nessuna domanda.
Oltretutto è stata fatta al telefono quindi non si sente tanto bene. Loro erano in studio ed io sul balcone di casa. Era successo anche qualcosa di bislacco, ma non me lo ricordo.

Inzomma io l'ho linkata, ma voi (per favore) non l'ascoltate.

venerdì 16 luglio 2010

Global Warming

Probabilmente soffro di narcolessia ed è un problema visto che anche quando sono sveglia non è che sia proprio un esempio di produttività, ma dormire il pomeriggio ha i suoi vantaggi, i sogni rimangono nitidi e così si ha tutto il tempo per psicoanalizzarsi alla buona (io lo faccio). Sogno un luglio a Bologna col mare e la neve, neve alta un metro, palazzi ghiacciati, le due torri che sono stalagmiti e il laghetto dei giardini margherita che è un oceano.
Un incubo, forse anche peggio del lago di sudore nel quale mi sveglio. Belli i sogni, ma mai quanto un a pratica che è condivisa e consapevole.
Allora voglio condividere il sogno di oggi, che è un prodotto indipendente studiato ed attuato da più menti che sono anche corpi.

Buona lettura :)

domenica 20 giugno 2010

Sussume
ghiaccioli
alla menta.

sabato 5 giugno 2010

martedì 18 maggio 2010

Favole per insonni: i misteri del mio cesso

Il bagno di casa nasconde dei segreti. Apparte i vermi nel lavandino e IL coinquilino che vomita nella vasca.
Il primo mistero irrisolto riguarda le mattonelle che rivestono le pareti, e non mi riferisco al cattivo gusto. Qui sotto è riportato il disegno (non fedele e fatto in fretta per urgenza di comunicare).
C'è questa mattonella solitaria che è montata in senso opposto alle altre. Una e una soltanto, magari il muratore era ubriaco oppure in preda a svarioni creativi. Magari dietro di essa è celato un mondo misterioso fatto di vermi e capelli e peli di barba. Non lo sapremo mai.

Comunque al di la di queste domande esistenziali irrisolte, oggi mentre ponderavo su di esse mi sono accorta che nel palazzo accanto, più o meno all'altezza del mio cesso c'è sta finestra che da su una camera da letto, dove si vede nitidamente un cavalletto per dipingere e la tavolozza sulla scrivania.
Ovviamente è preoccupante. Mai sia che qualcuno ci possa ritrarre mentre stiamo cagando. Anche perchè vorrei sapere che cazzo dipinge altrimenti, visto che l'unica cosa che può vedere apparte il bagno è il parcheggio privato del condominio. Chissà.
Comunque qua sotto è riportata un'altra didascalia esplicativa della scena, tanto per rendere l'idea, non proprio fedele anche questa, ma abbastanza veritiera.


Vabbè, tutto questo solo per giustificare la vera notizia del secolo, che in realtà sono due:

1) sono stata la prima tra tutti gli altri quattro esseri umani che popolano questa casa a fare il bagno nella vasca settimana scorsa. (Mi sembra una cosa degna di nota)

2) il bagno nella vasca (durato circa due ore) era in realtà un premio/ricompensa per autocelebrarmi, infatti ho concluso la mia prima (e ultima) fatica. Una fatica che è stata partorita da un'altra mente e che ha gentilmente visto bene di accollarla a me medesima (questa cosa non coincide proprio con la vera verità dei fatti, comunque è proprio bello sputtanare le persone). Questa fatica, fatta di venti fogli di carta riciclata la potrete coNperare/vedere/valutare/sfogliare/schifare/snobbare in anteprima mondiale assoluta il 21 maggio a Venezia.

Ovviamente questa è una pubblicità perchè io sono a scopo di lucro.

venerdì 26 marzo 2010

Vulgar Display of Power

La pasqua è un dato di fatto.
Cioè lo è il fatto che esista, tra l'altro da prima che io nascessi (a quanto pare) quindi non vorrei mettermi a sentenziare sulla sua utilità e/o veridicità. Un po' di rispetto per gli anziani. Però mi è venuto in mente un particolare agghiacciante della mia vita che avevo totalmente rimosso fino a qualche ora fa.
Da piccola ho frequentato il catechismo,lo so nessuno è perfetto e in più avevo dieci anni, comunque non è questo il punto. Mi ricordo che c'era questa tipa, la catechista, che ogni tanto si ricordava di rivestire il proprio ruolo e ci radunava tutti noi bimbi in questa stanzetta muffosa e cercava di impartire insegnamenti. Quella volta lì era quasi pasqua e forse annoiata dalle nostre (mie) scorribande e disattenzioni invece di parlare invano e trattenere bestemmie ci fece vedere 'ste diapositive sul significato della pasqua. Qualche pazzo con l'hobby del bricolage si era messo a fare queste figurine di plastilina della madonna, di cristo e compagnia bella, più tutta la scenografia studiatissima dell'ingresso a Gerusalemme con le palme, gli asinelli, poi l'orto degli ulivi e via dicendo. Insomma per una bimbetta di dieci anni ancora conscia di nulla immagino potesse essere carino vedere le figurine impersonare le allegorie della pasqua. Poi mi piaceva il rumore del proiettore quando si cambiava la diapositiva (che obsoleta).
Tutti noi oggi sappiamo come va a finire quella storia. Cioè perché si festeggia sta pasqua. Vi ricordo che io avevo dieci anni ed ero ignara di tutto, ignara che sto tipo qua si era fatto crocifiggere. Che lo avevano torturato prima di crocifiggerlo. Che non è che dopo che l'hanno crocifisso è morto subito subito. Che non è che dopo che è morto è finita lì la storia, succede che il cielo si oscura e il tempio di Gerusalemme si distrugge e tutti soffrono. Tutto sotto gli occhi della mamma.

Immaginate questa bimba di campagna, dieci anni, dentro la stanzetta muffosa, con altri bambini di campagna, sorvegliati da un'adulta che gli fa vedere pupazzetti di plastilina che frustano altri pupazzetti di plastilina, che dopo averli frustati gli fanno portare queste croci di legno su una collina e poi ce li appendono sopra. Pupazzetti di plastilina sanguinolenti. Inchiodati.Pupazzeti che risorgono inspiegabilmente. Pupazzetti zombie.Ma soprattutto nessun uovo di cioccolato.

domenica 10 gennaio 2010

Le primavere della signora Sullivan

Era primavera, avrò avuto più o meno otto anni, stavo tornando da scuola.
Il posto dove vivevo all'epoca era immerso nella campagna più sperduta, in lontananza si vedeva una collina che sapevo finire direttamente sul mare.
Dopo aver percorso un vialetto sterrato ed aver salutato tutti i gatti entro in casa e mi vedo davanti sta ragazzina con addosso i miei vestiti, mi guarda spaventatissima, cerco di parlarle ,ma non capisce la mia lingua. Mamma sbuca dalle camere, mi saluta e poi mi racconta la sua storia, dice che l'aveva trovata un paio d'ore prima che vagava con la nonna in cerca di elemosine, mi dice che la nonna le aveva raccontato che avevano dormito in una stalla la notte precedente,dice che si erano perse.
Allora mamma che era d'animo nobile s'era presa la briga di portarsi 'sta bimbetta in casa, mi racconta che le aveva fatto il bagno nella vasca, che le aveva lavato i capelli ed erano lunghissimi e neri e folti e che le aveva dato da mangiare e da bere il succo di frutta alla mela. Quello che io non bevevo mai perché mi faceva schifo. E poi i miei vestiti, quelli che non mettevo più.
È difficile descrivere la gelosia che ho provato, una cosa assolutamente cieca, ma ero una bambina.
Jamila poi è rimasta da noi un paio di giorni, alla fine riuscivamo anche a comunicare, mi diceva che viveva in un complesso di roulotte con tutti i parenti e gli amici dei parenti e i parenti degli amici, che era un po' come il posto dove stavo io, solo che i bambini non andavano a scuola, che prima di stare dove stava aveva vissuto a Venezia, ma poi li avevano cacciati, che ovunque si trasferissero c'era sempre qualcuno che non li voleva.
Mi aveva parlato delle origini del mio nome, che è un nome speciale perché è quello della protettrice della sua famiglia e degli amici della sua famiglia e della famiglia degli amici della sua famiglia.
Dopo due giorni è tornata la nonna che l'ha riportata a casa. Mi faceva paura, era grossa, piena d'oro e le mancavano dei denti.

giovedì 7 gennaio 2010

Mannequin


Tranquilli, è solo per sviarvi un pochetto mentre preparo delle sorprese per altri.

domenica 3 gennaio 2010

Susi


Susina Spellman è questo e niente altro, per ora.
Si accettano suggerimenti.

sabato 2 gennaio 2010

Lorenzo


Giorni fa sono rimasta a dormire a casa di un'amica.
Al risveglio mi ha rivelato di avermi sentito parlare nel sonno, farfugliavo, ma è sicura di avere udito nitidamente la frase “parla di se stesso con se stesso”.

Stavo sognando Lorenzo, anzi ad essere più precisi stavo intrattenendo una persona raccontando la storia di lui.
Lorenzo viene (veniva?) da una famiglia piuttosto benestante, originaria della maremma. Era il classico figlio viziato e abbandonato, quand'era piccolo, poi è diventato totalmente sconsiderato. Si dice di lui che una volta abbia rubato la macchina in dotazione all'ospedale nel quale era ricoverato e che mezzo intontito dal tavor si sia schiantato contro un pino mentre tentava di tornare a casa.
Fumava tantissimo, era capace di formulare la frase “dammi 'na cicca” per cinquanta volte di seguito nell'arco di un minuto, finché stremato non ti arrendevi. Subito dopo seguivano le ramanzine degli infermieri che ti ripetevano in continuazione che le sigarette erano razionate, che doveva imparare a controllarsi.
Come fai a controllare uno così?
Lorenzo è (era) schizofrenico e paranoico. Un connubio perfetto. A suo modo sapeva essere molto persuasivo, si vedeva che aveva fatto la bella vita, che era istruito a differenza degli altri ospiti della casa famiglia dove vive. Poi era divertente sentirlo parlare in terza persona, “Lorenzo vuole la sigaretta!”, “Lorenzo c'ha una casa al mare da trecento milioni”, “Lorenzo è ricco”.
Parlava di se stesso con se stesso.

Me lo ricordo, quando ero piccola che lo portavano giù al bar del paese, con quei jeans strettissimi da togliere il respiro, i capelli scompigliati, la giacca di pelle lacera, lo stetoscopio al collo e una valigetta da chirurgo.
Nella mia testa l'ho sempre associato al punk, come uno dei Ramones scansato ai limiti della strada.